martedì 15 maggio 2018

"LORO 2" DI PAOLO SORRENTINO


Il film di Paolo SorrentoLoro 2” sboccia dopo “Loro 1” con un portentoso Toni Servillo (nella parte di Silvio Berlusconi) il quale, nel dialogo con Elena Sofia Ricci (nel ruolo di Veronica Lario), raggiunge vette eccelse interpretative e mimiche. Toni Servillo è anche in questo lavoro una “maschera”, come ne “Il Divo” dove ha ricoperto i panni di Giulio Andreotti.
Non so quali siano stati gli intendimenti del grande Regista ma Berlusconi non ne esce affatto male: è colui che mantiene le promesse e fa consegnare le casette agli aquilani. Sorrentino cura il dettaglio della dentiera nuova di zecca fatta trovare, per volere di Berlusconi, sul tavolo della cucina della nuova abitazione ad un’anziana signora che l’aveva persa durante il sisma dell’Aquila del 6 aprile 2009. Berlusconi aveva incontrato questa signora durante la sua prima visita nella città terremotata, visita che viene tratteggiata in un clima denso di tragicità con un Berlusconi con occhi inumiditi e visibilmente scosso.
La narrazione costellata della estetica delle immagini sottolinea ripetutamente l’umanità del protagonista.  
Le scene orgiastico-dionisiache che sono impazzate nel “primo tempo” (quando B. non era ancora comparso) sfumano nel secondo, invero interrotte (inspiegabilmente) dallo stesso Berlusconi. Nell’incontro-scontro con la moglie è quest’ultima ad apparire appannata e reticente. Il canovaccio è impregnato di bonarietà, stanchezza esistenziale mista e vitalità dannunziana.
Questo non è un film sul “bunga bunga” e su forsennati baccanali come molti possono pensare ma, in realtà, risulta essere una pellicola -  venata di tristezza e di miserie umane -  sull’amore e sugli enormi vizi e altrettante grandi virtù di un uomo intramontabile che tutt’oggi condiziona la vita politica e istituzionale dell’Italia.
La figura marmorea di Servillo continua a troneggiare su una coralità di attori, il cui cast è ulteriormente e ottimamente arricchito a Roberto Herlitzka, Max Tortora, Mattia Sbragia e Roberto de Francesco.
P.S.: ma non è che "Loro" siamo "Noi"?
Fabrizio Giulimondi


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