lunedì 19 febbraio 2018

"A CASA TUTTI BENE" DI GABRIELE MUCCINO


Gabriele Muccino è l’esteta del dramma e ha abituato il pubblico con il suo filone cinematografico americano (La ricerca della felicità, Sette anime, Padri e figlie) a lavori ad alta tensione e densità tragica.
Il film corale “A casa tutti bene” riprende la linea artistica tracciata da L’ultimo bacio (2000), sviscerando entro il solco della migliore tradizione commediografa italiana i rapporti familiari fra il grottesco, il ridanciano e l’angosciante.
I marosi impediscono la partenza dalla splendida isola di Ischia di una gens al completo che si è riunita per festeggiare i 50 anni di matrimonio della coppia capostipite. Ovviamente, il rimanere tutti insieme per più ore del previsto e il passare due giorni e due notti all’interno delle stesse mura domestiche fa emergere le magagne di ogni singola coppia. Brutali dinamiche parentali esplodono in maniera improvvisa e confusa, quasi come biglie impazzite, fra zii, nipoti, cugini, cognati, nuore, coniugi ed ex coniugi, nuore, fratelli e sorelle, genitori e figli La pellicola respira in pieno la produzione filmistica italiana, tutta tesa alla demolizione della famiglia tradizionale, esattamente all’opposto della maggior parte dei film di marca hollywoodiana che la esalta e la fa divenire un simbolo della grandezza patriottica a stelle e strisce.
E’ evidente che l’iter narrativo trasuda delle vicende personali del regista con la sua famiglia reale e i noti e violenti contrasti con il fratello attore Silvio Muccino.
Dovrebbe lasciare l’amaro in bocca ma l’intento dell’Autore non è raggiunto: lo spettatore italiano oramai è abituato al leitmotiv degli artisti di casa nostra tutti propensi a configurare il nucleo familiare come veste, forma ed espressione di ipocrisia borghese (usando l’antico linguaggio marxiano) e di vetuste tradizioni oramai accantonate da più veritiere modalità di vivere i propri sentimenti. Questa freschezza è inverata dalla giovane coppia sedicenne - interpretata da due novelli attori, Elisa Visari e Renato Raimondi - ancora non ingobbita dal fardello matrimoniale, fardello ben esplicitato dalla frase “A me la famiglia sta sul cazzo!”, urlata dal capofamiglia Pietro.
Il cast degli interpreti è di altissimo livello e v’è una porzione del migliore cinema italiano, una parte del quale segue da anni Gabriele Muccino: Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore, Ivano Marescotti, Giulia Michelini, Giampiero Morelli, Stefania Sandrelli, Gianmario Tognazzi, Valeria Solarino.
Sarebbe interessante comprendere quanto l’arte fotografi la realtà e quanto, invece, la condizioni, magari dileggiando, con garbo e ironia, una dimensione esistenziale la cui destrutturazione sta conducendo la società italiana ad una mucillagine priva di figli, esposta alle intemperie esterne e assente di futuro.
Ai posteri l’ardua sentenza ma, nel frattempo, “A casa tutti bene” è consigliabile.
Fabrizio Giulimondi



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