sabato 15 ottobre 2016

TREDICI BUONI MOTIVI PER VOTARE "NO" ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE IL PROSSIMO 4 DICEMBRE

1 – Vi è un inganno di fondo: il referendum apparentemente riguarda solo la riforma costituzionale Renzi ma in realtà, seppur in maniera nascosta, riguarda anche la legge elettorale (c.d. “Italicum”) che consente la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei Deputati (340 su 630) anche ad un partito che ha vinto le elezioni al secondo turno con soltanto il 25 per cento. Con la riforma Renzi le leggi le approva prevalentemente solo la Camera e, quindi, le leggi vengono approvate da una Camera con un alto numero di deputati che non corrispondono agli effettivi voti presi (55 per cento dei seggi della Camera dei Deputati e magari il partito ha preso solo il 25 per cento).
 Il Senato perde competenze e forza ma rimane in piedi e, quindi, non è vero che vi è questo grande risparmio di spesa: ai sindaci e ai consiglieri regionali spettano le indennità (fissate dalla Regioni e non sono basse) per recarsi dalla loro sede al Senato e la sede del Senato (palazzo Madama) rimane con i suoi costi e il suo personale.
 Il Senato è ridotto del numero di senatori ma non si riesce a capire perché rimane inalterato il numero dei deputati.
 Il Senato è composto prevalentemente da sindaci e consiglieri regionali. Due sono le cose: o al Senato non v’è nulla da fare, oppure, se v’è da fare, consiglieri e sindaci sono distratti dal loro lavoro per cui sono stati eletti per farne un altro male (quello di senatore). Si può fare i senatori part time mentre si deve fare il gravosissimo lavoro del Sindaco?
– Bicameralismo perfetto: una legge per entrare in vigore deve essere approvata con lo stesso testo, ossia passa dalla Camera dei Deputati al Senato finché non è approvata con la stessa formulazione. Se un ramo del Parlamento sbaglia, l'altro corregge. La riforma prevede che l'approvazione avvenga spesso solo nella Camera dei Deputati e, pertanto, non sussiste più alcuna possibilità di correzione.
 L’attuale procedura di approvazione delle leggi è semplice: il testo è votato prima dall’una e poi dall’altra Camera. Con la riforma il tipo di procedura cambia a seconda del tipo o contenuto della legge. I costituzionalisti stanno dibattendo su quante siano le procedure di approvazione di una legge secondo la riforma (otto? dieci? boh!) e in caso di indecisione sul tipo di procedura da seguire l'ultima parola spetta ai Presidenti della Camera e del Senato: e se non si mettono d'accordo? Si manda tutto alla Corte costituzionale con un incredibile aggravio dei tempi? Alla faccia della semplificazione!
– Dubbi: essendovi l’autorizzazione a procedere per i senatori è malevolo pensare che al Senato potranno mandare consiglieri regionali e sindaci inquisiti?
8 – Si dice che il bicameralismo perfetto (approvazione dello stesso testo da parte di entrambi i rami del Parlamento) crei una lungaggine burocratica nella approvazione di una legge: i Governi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi quando hanno voluto le hanno fatte approvare in pochi giorni: non è un problema costituzionale ma di presenza o meno di volontà politica (gli aumenti retributivi parlamentari li hanno approvati in pochissimi giorni).
– Una caratteristica delle Costituzioni occidentali è la chiarezza delle disposizioni che devono essere concise e capite da tutti: alcuni articoli della riforma sono di una tale complessità da creare problemi ai tecnici del settore.
10 – Sempre leggendo la riforma costituzionale Renzi con la legge elettorale (“Italicum”) già in vigore, si rischia che i parlamentari di maggioranza (che rispondono di fatto tutti al Presidente del Consiglio) eleggano Presidente della Repubblica e cinque giudici della Corte costituzionale (tre la Camera dei deputati e due il Senato): la la parte politica che governa può nomina gli organi costituzionali - che dovrebbero essere super partes, di controllo e di garanzia -  anche senza il coinvolgimento delle opposizioni.
11  Si dice che i senatori sono “messi lì” per un legame con il territorio (un certo numero di senatori a Regione): rispondono al territorio o al partito che li ha messi lì?
12 – A proposito di opposizione la riforma prevede uno Statuto delle opposizioni in realtà soltanto formalmente, perché rimanda la reale istituzione di esso ai regolamenti parlamentari,  che saranno approvati anch’essi dalla maggioranza governativa.
13  Nel Senato vi sono cinque senatori di nomina del Presidente della Repubblica che durano esattamente come il suo mandato, ossia sette anni: un partitino fisso del Presidente?

Fabrizio Giulimondi

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