lunedì 6 aprile 2015

"LA FAMIGLIA BELIER" DI ERIC LARTIGAU

Locandina italiana La famiglia Bélier
La dimostrazione che si possa fare un film esteticamente pregevole e contenutisticamente di valore è l’ultima fatica cinematografica del regista francese Eric LartigauLa famiglia Bélier”, commedia gradevolissima, che oltre ad essere piacevole conduce lo spettatore verso pensieri eticamente positivi: la famiglia, i sentimenti profondi e veri fra marito e moglie, genitori e figli e tra fratelli.
Saper parlare in una famiglia composta da padre, madre e fratello sordomuti.
Non solo saper parlare ma saper cantare, perché Paula ha un dono nella voce: ha una pepita d’oro nell’ugola.
Dover limitare questo dono, anzi, quasi vergognarsene, perché Paula è il perno di quella famiglia, e quella famiglia non può comunicare all’esterno senza di lei e ha bisogno di lei per il lavoro al mercato e nella fattoria, specie adesso che il padre si è messo in testa di concorrere come sindaco alle imminenti elezioni comunali.
Splendida l’abilità del regista di passare dall’angolo prospettico di chi è in grado di sentire a quello del sordo.
Tre immagini raccontano in maniera emozionale questa navette: i genitori che comprendono per la prima volta le capacità della figlia e la bellezza della sua voce, durante una sua esibizione, guardando il volto estasiato e rigato di lacrime degli altri uditori, mentre il sonoro diventa un solo, continuo suono atono; il padre che, mettendo il palmo della grande mano intorno il collo di Paula mentre ella canta, tramite le vibrazioni del gorgheggio ne coglie lo splendore; il canto lento e melodioso della figlia all’audizione accompagnato dal linguaggio dei segni per trasmettere ai familiari presenti cosa diceva il suo cuore: io non vado via, io non fuggo via, io volerò!
E l’afflato artistico finale che si trasforma il un lungo, intenso, struggente abbraccio che è un adieu!

Fabrizio Giulimondi


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