lunedì 5 gennaio 2015

"AMERICAN SNIPER" DI CLINT EASTWOOD: PREMIO OSCAR COME MIGLIOR MONTAGGIO SONORO


“American Sniper”, insieme a The imitation game, arricchisce quella parte della  galassia cinematografica che si sta avvicinando  al prossimo 22 febbraio (The Oscar nignt) con animo fiducioso, avendo buone possibilità di prendere il prestigioso Premio in qualcuno degli innumerevoli settori filmistici.
Clint Eastwood ci regala un altro straordinario film della sua luminosa e corposa carriera di regista, un film di guerra come non se ne vedevano dai tempi del filone sul Vietnam, intriso di American pride e di amore per la propria Patria.
La storia si basa sull’autobiografia ("American sniper", Mondadori) di Chris Kyle  (interpretato da Bradley Cooper), il migliore dei componenti dei Seal, il gruppo di cecchini che in Iraq, durante e successivamente  alla seconda guerra del Golfo (iniziata nel marzo 2003 e terminata nel dicembre del 2011), protesse i marines nelle azioni belliche contro i terroristi alqaidisti, nella ricerca Al-Zarqawi (il referente di Al Qa’ida in Iraq) e del macellaio, che amava torturare ed uccidere con un trapano elettrico anche solo chi osava parlare con i soldati americani.
Chris Kyle

La filmografia statunitense sul conflitti armati occupa intere monografie e American sniper si ascrive a pieno titolo in questo genere, riprendendone alcuni temi come gli addestramenti ultra massacranti delle reclute (di cui Soldato Jane ne è la stella polare), la ferocia dei combattimenti già efficacemente descritti nelle scene iniziali de Salvate il soldato Ryan di Spielberg, il fascino nell’orrore di una battaglia immersa  in una tempesta di sabbia,  simile agli innumerevoli scontri armati immortalati negli indimenticabili Il Cacciatore, Platoon, Apocalypse now e Full metal jacket.
E il the end, vero, come la vita di Chris Kyle, un’ eroe americano, vero come le esistenze di tanti reduci americani, vero come la loro drammatica conclusione.

Fabrizio Giulimondi



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