domenica 20 ottobre 2013

"CEZANNE E GLI ARTISTI ITALIANI DEL '900" AL COMPLESSO DEL VITTORIANO A ROMA


La mostra “Cezanne e gli artisti italiani del ‘900” al  Complesso del Vittoriano a Roma dal 5 ottobre2013  al 2 febbraio 2014,  espone le pitture dei protagonisti del Novecento italiano: gli anni della formazione di Giorgio Morandi (1980 - 1964), la conclusione della esperienza futurista di Umberto Boccioni (1882 – 1916), l’intensità emotiva di Carlo Carrà (1881 -  1966), la precisa attenzione per la costruzione delle nature morte di Filippo de Pisis (1896-1956), lo spazio volumetrico di Mario Sironi (1881 – 1961), il lavoro figurativo, geometrico dal sapore cubista di Giuseppe  Capogrossi (1900-1972), la luminosità di Francesco Trombatori (1866-1971),  la ricerca di una drammatica verità di Fausto Pirandello (1899-1975), figlio del drammaturgo, scrittore e poeta Luigi Pirandello e, last but not least, Paul Cezanne (Aix  en Provence 19 gennaio 1839  - Aix  en Provence  22 ottobre 1906).

Il grande pittore francese è considerato  il Padre della pittura moderna, la cui produzione artistica si incanala, in un primo momento, nella corrente pittorica impressionista, per poi distaccarsene.

L’Impressionismo è un movimento pittorico d’oltralpe -  così chiamato in seguito ad un articolo del critico L.Leroy, il quale  definì impressionisti in senso spregiativo un gruppo di artisti che avevano esposto le loro opere nelle sale del fotografo Nadar a Parigi il 25 aprile 1874 -  che contrappone all’accademismo della pittura ufficiale nuovi valori pittorici e formali: la rivalutazione della luce e del  colore è considerata  maggiormente idonea ad esprimere le impressioni immediate e autentiche suscitate nel creatore dell’opera  dalla natura che lo circonda. L’Artista dipinge en plein air, ossia a cielo aperto, e usa una  pennellata rapida, abbandonando il chiaroscuro.

Cezanne diceva che: “il colore è il luogo dove il cervello e l’occhio si incontrano.”.

Colori e luce. Al  primo piano nelle ultime sale sono esibiti  due dipinti di Francesco Trombatori Il viale grande a Villa Strohl-Fern  (1920) e Paesaggio campestre (1928), nei quali  la luce che inonda dall’alto al basso la terra appare reale, come prodotta da una lampadina nascosta  all’interno della tela.

Boccioni riprende la tecnica propria di Cezanne di colorare il volto del personaggio posto al centro del quadro con le stesse  tinte adoperate  per l’ambiente e il panorama circostante: al secondo piano, ne Il Ritratto del Maestro Busoni (1916) e ne Il ritratto della Signora Cragnolini Fanna (1916),  i colori accesi e caldamente  coinvolgenti con i quali Boccioni  traccia il volto del Maestro e della Signora, sono i medesimi che troviamo nello spazio che circonda le figure. E’ l’aria, l’aria secondo gli insegnamenti di Cezanne.

Il nero: il vero Pittore è colui  che riesce ad usare  il nero riuscendo – con una abile modulazione di esso – a esaltare l’immagine rappresentata facendola emergere come se fosse avvolta da una variegata moltitudine di colori.  Francesco Trombadori nel 1923 eseguendo il dipinto Figura femminile trasforma questa idea, questo pensiero, in un tratto di pennello.

L’Impressionismo di Cezanne e di Boccioni provoca un effetto visivo, estetico ed emozionale che muta a seconda della distanza e della posizione assunta da chi  guarda rispetto alla pittura. L’impressionismo rappresenta il momentaneo, l’immagine che l’Artista ferma al momento in cui è colta all’aria aperta. Il Cezanne non più impressionista rende  permanente ciò che  viene rappresentato, mostrandoci   quello  che rimane per sempre. Amante della propria  casa ad Aix, da cui non amava allontanarsi, raffigurerà  per quattro anni lo stesso monte che si trovava dinanzi alla propria abitazione, cogliendone sempre una diversa e nuova sfumatura. Parimenti  nelle sue famosissime Nature Morte che  rilevano una attenzione profonda alla vita silenziosa delle cose: ”Voglio stupire Parigi con una mela!”.

Termino citando ancora le parole di Francesco Trombatori: ”Cezanne è il fenomeno più complesso, straordinario e suggestivo che sia apparso nel cielo dell’arte in Europa.”.

Fabrizio Giulimondi

 

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