sabato 13 ottobre 2012

RENATO GUTTUSO: MOSTRA AL VITTORIANO DI ROMA




 
La mostra su Renato Guttuso (1911-1987),  allestita al Complesso del Vittoriano a Roma per il centenario della nascita fino al 10 febbraio 2013,  è senza dubbio da vedere.
Guttuso ha fatto proprie e ha personalizzato le correnti pittoriche cubiste, espressioniste e realiste. Il cubismo, o meglio il post cubismo dell’Artista, influenzato dalla grande amicizia  con Picasso,  è presente  sullo sfondo di molte sue opere, evidenziandosi eminentemente nella tela il trionfo della guerra, anche se sono rimasto colpito particolarmente dal realismo che Guttuso esprime nella sua pittura nel campo sociale (realismo sociale), che si aggancia e collega  al neorealismo cinematografico. Massima espressione del realismo sociale  è la grande tela intitolata Zolfata, che rappresenta l’orrore e l’incubo che vivevano i minatori nel buio delle zolfatare nel terrore di morire soffocati, schiacciati o sepolti vivi all’interno delle miniere, mirabilmente raccontati da Verga nei suoi romanzi. Nella Zolfata, insieme al Funerale di Togliatti, a La spiaggia e alla Vucciria, la sicilianità è impastata con il realismo sociale e l’ideologia marxista-comunista.
La sicilianità è presente nei paesaggi come nel colore rosso,  un rosso splendido e accesso dei tetti delle case siciliane e delle bandiere rosse del Funerale di Togliatti (Guttuso aderì al Partito Comunista Italiano nel 1940 e il pensiero marxista  - come poc’anzi messo in luce -  traspare in parte dei  suoi lavori), alla straordinaria e tridimensionale raffigurazione di cocomeri (Le angurie), che avrete la tentazione di cogliere, alla sua più famosa opera La crocifissione, eseguita nel 1941 e che gli costò il secondo posto nell’autunno del 1942 al Premio di Bergamo, unitamente agli strali ecclesiastici per la figura ignuda della Maddalena che abbraccia un Cristo crocifisso,  disposto in maniera disallineato rispetto agli altri due condannati, in contrasto con le iconografia ufficiale. Notate il martello e i grandi chiodi in basso, ai piedi della croce: ricordano quelli nel film di particolare cruenza  The Passion di Mel Gibson. La capacità profetica e visionaria dei grandi geni dell’arte anticipano di decenni la tecnica e l’arte postuma:  il martello e i chiodi mai erano stati raffigurati in modo così crudemente veritiero nella loro capacità di violenza, come poi mostrato nella pellicola  di Gibson; parimenti,  l’effetto a tre dimensione de Le angurie, non può non far venire alla mente la tecnica visiva tridimensionale di alcune rappresentazioni cinematografiche attuali…quaranta anni dopo! E che dire dello straordinario quadro  Cani di notte in cui sarete convinti che un autentico fascio di luce lunare illumini l’interno della bocca e la lingua di alcuni grossi cani neri?
Il genio di Guttuso non si è fermato all’arte figurativa, ma ha raggiunto l’arte  scenografica    e costumistica teatrale legata alle opere sinfoniche  di Giuseppe Verdi.
Perché un’ opera viva – proclamò Guttuso -  bisogna che l’autore  che la produce sia in collera ed esprima la sua collera nel modo che più confà a quell’uomo”.

Fabrizio Giulimondi

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