sabato 25 agosto 2012

QUALCOSA DI SCRITTO


 Qualcosa di scritto

Qualcosa di scritto è l’interessante e culturalmente accattivante  romanzo di Emanuele Trevi che però ha - secondo il mio sommesso ed umile parere -  immeritatamente ottenuto, dopo aver occupato la prima posizione per buona parte della durata della votazione,  il secondo posto al Premio Strega 2012 (vinto, come già più volte detto da Gli Inseparabili di Piperno), secondo posto che avrebbe meritato invece  – se non addirittura il Premio stesso! – Il silenzio dell’onda di Gianrico Carofiglio (di cui si è parlato in questa Rubrica).
Trevi è un giovane appena assunto nel Fondo Pier Paolo Pasolini, la cui direttrice è Laura Betti, l’attrice presente in molti film del regista-scrittore-poeta e che ricorderete anche nel Grande Cocomero di Francesca Archibugi nella parte della infermiera esaurita, oltre che in E’ tutta colpa del Paradiso di Francesco Nuti, nella parte della stravagante assistente sociale.
Laura Betti viene soprannominata per tutto il libro come la Pazza e leggendolo ne  comprenderete agevolmente la ragione.
La Pazza assegna al giovane scrittore l’incarico di raccogliere tutte le intervista rilasciate dal Pasolini a giornali italiani e stranieri, nonché il compito di studiare il romanzo Petrolio dallo stesso scritto fra il 1972 e il momento del suo omicidio la notte fra il 1 e 2 novembre 1975, poi pubblicato postumo nel 1992 e tradotto, proprio per volontà della Betti, in lingua greca.
Petrolio in qualche modo precede in forma letteraria quello che sarà l’ultima opera cinematografica di Pasolini Salò e le centoventi giornate di Sodoma: se qualcuno avrà l’ardire – e lo stomaco – di leggere il primo e guardare il secondo capirà il perché.
La Grecia diventa l’ambiente  ove la narrazione va a concludersi, una volta morta nel 2006 la Betti. Forse le ultime pagine sostanziano il momento intellettualmente più interessante del racconto, quando Trevi ci spiega in maniera sofisticata ed erudita i Misteri Eleusini e la letteratura mitologica ellenica e romana ad essi correlati, facendo a sua volta un volo  - oserei dire pindarico – a Petrolio.

Fabrizio Giulimondi.

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