venerdì 6 luglio 2012

DECRETO SPENDING REVIEW


Economia Cristiana


DECRETO LEGGE “ SPENDING REVIEW”

Con l’espressione molto in voga spending review si suole intendere la  revisione della spesa pubblica, ossia quel processo diretto a migliorare l'efficienza e l'efficacia della macchina dello Stato nella gestione della  spesa pubblica, attraverso la sistematica analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all’interno dei programmi, dei risultati.
Il primo momento di sua attuazione ad opera del Governo Monti è avvenuta  mediante  il decreto legge 22 giugno 2012, n. 83 (c.d. Decreto Sviluppo), che deve essere ancora convertito in legge dal Parlamento; il secondo con il provvedimento d’urgenza approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 luglio 2012 (“disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica a servizi invariati”); e, infine, il terzo con il decreto che sarà partorito da Palazzo Chigi nelle prossime settimane.
Sinteticamente affrontiamo la disciplina dei “tagli” prevista dal d.l. 5 luglio 2012 nel settore del pubblico impiego, accantonando – almeno per il momento – la questione relativa alla riduzione della spesa per l’acquisto dei beni e dei servizi da parte della Pubblica Amministrazione e del numero delle province (che è stato già oggetto  su questa Rubrica di un precedente mio articolo).
Il programma  di ridimensionamento delle dotazioni organiche delle strutture ministeriali e parastatali  -  ad eccezione del settore del comparto scuola, sicurezza, vigili del fuoco, magistratuale e del personale amministrativo operante presso gli uffici giudiziari -  si articola nei seguenti interventi:
·        Ulteriore riduzione degli uffici di livello generale e non generale e delle relative dotazioni organiche non inferiore al 20% di quelli esistenti; rideterminazione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10% anche nelle Forze Armate;
·  Risoluzione unilaterale dei rapporti di lavoro del personale in soprannumero che andrebbe in pensione entro il 31/12/2014;
·    Decurtazione pari al 50% rispetto  all’anno 2011 della  spesa per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio delle  autovetture di servizio (oltre per i buoni taxi) a partire dal 2013 ;
·         Divieto di assegnazione di incarichi di studio e consulenza a personale in quiescenza dai ruoli della Amministrazione, che abbiano svolto nell’ultimo anno di servizio funzioni corrispondenti a quelle oggetto dell’incarico o della consulenza;
·         Il valore nominale massimo del buono pasto sarà di euro 7 a far data dal 1 ottobre 2012 (attualmente alcune Amministrazioni ne forniscono anche di euro 10 o 12);
·       Le ferie e i riposi debbono obbligatoriamente essere fruiti nel rispetto dei singoli ordinamenti di appartenenza (il che significa in soldoni nel periodo estivo e natalizio), mentre è sempre proibito commutarle in trattamenti economici sostitutivi: chi non le ha utilizzate in ragione del notevole carico di lavoro non riceverà neanche l’ammontare pecuniario corrispondente.

    Partendo da quest’ultimo punto che ritengo palesemente incostituzionale per  violazione dell’art. 36, ultimo comma, Cost (“ Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”) e, dal fondato  sospetto che imporre ai  dipendenti statali – diversamente da quelli del mondo privato e pubblico non statale (ad esempio: regioni e enti locali) - il godimento delle ferie in specifici periodi dell’anno contrasti sfacciatamente con l’art. 3 della Costituzione (principio di eguaglianza), con l’art. 13 Cost. (libertà individuale), nonché con i principi comunitari in tema di libertà di locomozione, mi auguro vivamente  che il Parlamento,  nell’esaminare l’articolato per la conversione in legge,  effettui robusti interventi integrativi, modificativi, sostitutivi e abrogativi del testo nel senso di una maggiore equità e ragionevolezza, principi che la Corte Costituzionale ha reiteratamente indicato come stelle polari dell’azione politico-normativa.

Prof. Fabrizio Giulimondi

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